[frame_left src=”http://www.francescostefanini.it/wp-content/uploads/2012/04/DSC_3291.jpgpercorsi_3.png” href=”http://www.francescostefanini.it/wp-content/uploads/2012/04/DSC_3291.jpgpercorsi.jpg”]a cura di Dino Marangon,
testi di D. Marangon, E. Pouchard, M.Rizzante,
Grafiche Antiga,
Crocetta del Montello, 2009[/frame_left]

…Acquisita una così ampia sicurezza di concezione, sulla scorta di un mestiere quanto mai esperto e raffinato, Stefanini può quindi esplorare le piĂą diverse formulazioni d’immagine, in una continua sperimentazione di tecniche, materiali, modalitĂ  realizzative: avvalendosi di superfici ruvide, scabre e quasi materiche, o viceversa lisce e delicate, avvalendosi della vischiositĂ  del colore a olio, della compattezza dell’acrilico, dell’impalpabile, pulviscolare preziositĂ  del pastello, preparando con grande cura i supporti, secondo le tradizionali imprimiture e mestiche con gesso e colle, o giungendo, ad esempio, nel caso delle carte, all’abrasione della superficie, per renderla maggiormente permeabile alle fitte e ripetute stesure delle cromie.
Dino Marangon

…Ognuno alla fine vede in quel che guarda ciò che immagina. Per questo inoltrarsi con lo sguardo nei quadri di Stefanini equivale a entrare in un paesaggio allo stesso tempo fisico e spirituale. Le fronde sono fronde, i rami sono rami, gli alberi sono alberi, i bagliori sono bagliori. Ma sono anche ossessioni, ovvero temi che l’artista esegue inseguendo tutte le loro variazioni. I temi sono limitati, ma le variazioni sono infinite. Così come sono infiniti i modi con i quali ognuno di noi declina quelle variazioni.
Massimo Rizzante

…Tra tela e tela, tra pastello e pastello, infatti, o meglio tra raggruppamenti di opere appartenenti allo stesso periodo, esistono differenze minime ma radicali, perchĂ© generate da un motivo di ricerca che s’insinua in quel fare tipico da cui dipende l’estrema riconoscibilitĂ  dell’insieme. Rimangono costanti le qualitĂ  formali e le procedure esecutive.
Ennio Poucard

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