…Acquisita una così ampia sicurezza di concezione, sulla scorta di un mestiere quanto mai esperto e raffinato, Stefanini può quindi esplorare le più diverse formulazioni d’immagine, in una continua sperimentazione di tecniche, materiali, modalità realizzative: avvalendosi di superfici ruvide, scabre e quasi materiche, o viceversa lisce e delicate, avvalendosi della vischiosità del colore a olio, della compattezza dell’acrilico, dell’impalpabile, pulviscolare preziosità del pastello, preparando con grande cura i supporti, secondo le tradizionali imprimiture e mestiche con gesso e colle, o giungendo, ad esempio, nel caso delle carte, all’abrasione della superficie, per renderla maggiormente permeabile alle fitte e ripetute stesure delle cromie.
Dino Marangon
…Ognuno alla fine vede in quel che guarda ciò che immagina. Per questo inoltrarsi con lo sguardo nei quadri di Stefanini equivale a entrare in un paesaggio allo stesso tempo fisico e spirituale. Le fronde sono fronde, i rami sono rami, gli alberi sono alberi, i bagliori sono bagliori. Ma sono anche ossessioni, ovvero temi che l’artista esegue inseguendo tutte le loro variazioni. I temi sono limitati, ma le variazioni sono infinite. Così come sono infiniti i modi con i quali ognuno di noi declina quelle variazioni.
Massimo Rizzante
…Tra tela e tela, tra pastello e pastello, infatti, o meglio tra raggruppamenti di opere appartenenti allo stesso periodo, esistono differenze minime ma radicali, perché generate da un motivo di ricerca che s’insinua in quel fare tipico da cui dipende l’estrema riconoscibilità dell’insieme. Rimangono costanti le qualità formali e le procedure esecutive.
Ennio Poucard