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testi di M. Goldin, F. Gualdoni,
E. Ponteggia, Edizioni Vianello
Villorba, 1999[/frame_left]

…Sono levità e purezza, misura d’ombra e franare della luce, rarefatta calura e calma di vento. Hanno il tono sospeso delle cose non dicibili, l’esito di un’assenza. Francesco Stefanini ha probabilmente raggiunto qui i punti più avanzati del suo lavoro, e quasi senza rendersene conto, trattando la pagina bianca come il foglio di un diario da tirar fuori per appuntare i pensieri, le parole tronche, i progetti. Soltanto che i pensieri hanno toccato un non programmato racconto, il culmine di una stringente invenzione poetica.
Marco Goldin

…Stefanini lavora per prove, e il suo monastico laboratorio conosce ogni giorno l’esperimento di piccole differenze: anche questo, dell’esercizio continuo e ostinato, dell’agire per seriazione metodica e piccole avventure e scommesse della mente, è segno che iscrive l’artista nella genealogia severa e potente di coloro che all’illuminazione del genio hanno scelto d’anteporre le ragioni forti di pensieri pensati.
Flaminio Gualdoni

…Ombra e luce, nella loro provvisorietĂ  (quella di Stefanini non è una luce immutabile, dechirichiana, ma al contrario una luce ansiosa, talvolta intimorita, pronta a sottrarsi allo sguardo. Analogamente le sue ombre appaiono sospettose, sommesse, esitanti); ombra e luce, dicevo, nella loro provvisorietĂ  sono la metafora della provvisorietĂ  del nostro esistere. Qualcosa che basta un niente a cancellare, e di cui dobbiamo affrettarci a cogliere la breve bellezza.
Elena Pontiggia

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