[frame_left src=”http://www.francescostefanini.it/wp-content/uploads/2012/04/DSC_3296-853x1024_3.png” href=”http://www.francescostefanini.it/wp-content/uploads/2012/04/DSC_3296-853×1024.jpg”]a cura di Marco Goldin,
testi di M. Goldin e P. C. Santini,
Marini Editore, Villorba, 1991[/frame_left]

…La sua natura è stata subito qualcosa d’altro; inedita, per come si è presentata. Perché è comparsa per vaghi accenni, dinieghi, silenzi, per assenze; quasi di lei giungesse soltanto il profumo lontano, uno stormire di foglie, uno sciabordio di nuvole, il palpito lieve della luna di là di una finestra. Questa natura si misura sulle emozioni minime, sull’ impercettibile presenza di un suono, di un alito di vento che muove i rami degli alberi. Natura di silenzi e rumori, più che di colori, corrosa e scavata come la materia di cui è composta; non si concede agli spazi larghi, ma ha la dimensione del frammento.
Marco Goldin

…Dopo avere svariato nei cieli dell’immaginario e dell’immaginoso, ora guarda però al più vicino attorno, cercandovi le tracce e le memorie d’un vissuto recente e insieme remotissimo. E’ proprio vero che con la giusta disposizione d’animo anche il più banale, insignificante frammento può diventare fonte di suscitazione creativa. E’ vero anche che Stefanini, pur sensibile alla magia delle cose perdute, non si dispone al compianto né alla evocazone sentimentalistica; né tanto meno si cura della restituzione oggettiva del reale. Il valore dominante rimane la luce, e cioè l’elemento trasfigurativo per eccellenza.
Pier Carlo Santini

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