[frame_left src=”http://www.francescostefanini.it/wp-content/uploads/2012/04/DSC_3295.jpgLich-871x1024_3.png” href=”http://www.francescostefanini.it/wp-content/uploads/2012/04/DSC_3295.jpgLich-871×1024.jpg”]testi di M. Stather, G. Cordoni,
Mannheimer Kunstverein,
Mannheim, 2005[/frame_left]

…Stefanini crea immagini che modificano la percezione, penetrano nella struttura che sta tra le apparenze materiali e svelano un’armonia del cosmo, che di norma resta nascosta ai nostri occhi. I quadri di Stefanini toccano nell’osservatore sensazioni che si credevano perdute, distillandone l’essenziale di una percezione che è convinta della totalità della natura, che comprende anche l’uomo.
Martin Stather

…Ora, piuttosto che ad un duello, Stefanini, forse a sua stessa insaputa, ha sempre mirato ad un incontro disarmato con il darsi della luce, ponendosi come un povero assetato e felice dinnanzi ad ogni sorgente del giorno. L’oltre non lo interessa, il qui ed ora lo estasia. Fedelissimo allora resta ad ogni minimo scampolo di realtĂ  che lo circonda e di cui s’innamora: l’anima di un luogo, i silenzi di una casa, le frasi che le ombre disegnano in un giardino. Adesso le presenze numinose che s’incontrano in un bosco. Come quello alle prime pendici del Montello, dove il pittore ha trovato il suo appartato e piĂą consono rifugio.
Giuseppe Cordoni

UA-3186253-2